Avete mai sentito parlare di Global Game Jam?

La Global Game Jam a Torino

Recentemente, dal 3 al 5 febbraio, si è tenuta in tutto il mondo la Global Game Jam 2023, che ha riunito appassionati di videogiochi (ma non solo) da ogni dove e in ogni dove.
Il loro scopo? Creare dal nulla un gioco in pochissimo tempo.

Che cos’è la Global Game Jam?

Se vi state chiedendo che cosa sia una Global Game Jam, è come dice il nome una jam. Come le jam session musicali (in cui artisti si ritrovano a imbracciare strumenti e impugnare il microfono per improvvisare canzoni e melodie), chi partecipa a una game jam fa praticamente la stessa cosa, ma in versione ludica.

I luoghi di questa Global Game Jam sono sia online che fisici.
Si va da gruppi di lavoro a Londra fino alla sperduta Siberia, dagli Stati Uniti fino a Torino. Ed è proprio a Torino, nello spazio di coworking di Toolbox, che IGDA Italia (International Game Developers Association) ha organizzato la due giorni nella sua versione sabauda.

Che si partecipi con un team di lavoro già formato, oppure in solitaria, in ogni caso è fondamentale trovare un gruppo con cui collaborare. L’ideale sarebbe riuscire ad avere un team eterogeneo che comprenda programmatori, game designer, developer, artisti e sound designer. Solo così, unendo le forze, si può arrivare a coprire tutti i ruoli necessari a creare un videogame.

Le regole del gioco

Per riuscire a creare il proprio videogioco, ogni team ha a disposizione 48 ore.
E il tempo non è certamente l’unico vincolo. Fondamentale è anche il fatto che, a inizio Global Game Jam, viene rivelato un tema, che è identico per tutti i team, in qualunque parte del mondo si trovino.

Per il 2023 in particolare, il tema scelto è stato Radici.

Le declinazioni del tema della Global Game Jam 2023

Con un tema come quello legato alle radici, i gruppi di artisti coinvolti hanno potuto davvero sbizzarrirsi, come dimostra la quantità di videogiochi sviluppati anche nella sola Torino.

C’è chi ha pensato alle radici degli alberi e a come crescono le foreste, chi invece ha reso protagonisti radici come le carote e le fantastiche mandragole. Altri hanno pensato invece al termine informatico e al suo essere radice dei file di sistema, dunque hanno finito per creare giochi ispirati appunto all’universo della programmazione.
Ma le possibilità erano pressoché infiniti. Qualcuno ha pensato alle radici dei denti e di peli e capelli, e quindi ha dato vita a videogame ambientati in studi dentistici o nel nostro naso.

Qualcun altro ha creato storie familiari o legate alle radici storiche di un popolo, qualcun altro invece ha buttato giù sceneggiature investigative e connesse a puzzle, enigmi e alberi genealogici.

Il processo creativo

È sempre bello vedere come si dà vita a progetti di questo tipo, fin dai processi decisionali iniziali. Da questi alla stesura di una storia, una trama coesa, fino alle scelte di giochi, elementi ed enigmi interni al gioco.

Questo processo è molto simile a quello che si ha quando creiamo un’escape room. Ovviamente, in questo caso, come vi avevamo raccontato, ogni situazione, ogni escape o percorso, ha le sue peculiarità e le sue necessità.